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Il ministero del lavoro ritiri quello spot vergognoso

Manifesti USB visibili a questo link
Riporto la mail che mi ha inviato Marco Bazzoni (RLS di Firenze), che insieme a Andrea Bagaglio (Medico del Lavoro di Varese), Leopoldo Pileggi (RLS di Correggio) e Daniela Cortese (RSU/RLS Telecom Italia Sparkle di Roma), sta promuovendo una giustissima campagna per il ritiro dello scandaloso spot del Ministero del Lavoro, relativo alla sicurezza sul lavoro. O meglio, uno spot sulla concezione che questo governo ha della sicurezza sul lavoro.
Ovviamente ho dato la mia adesione più convinta, condividendo pienamente l'iniziativa ed il suo contenuto. Invito tutti a fare altrettanto.

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La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot (QUI il link): rivolti solo al lavoratore e non a tutti gli “attori” coinvolti.

Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l'ammenda, salvamanager, ecc).

Ora il governo cerca di rifarsi la “verginità” con spot inutili che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro. Spot non solo inutili, ma anche dannosi per l’immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perchè gli piaccia esercitarsi in sport estremi. Spot che colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtà drammatica: l’attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilità al lavoratore di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre più precarie in tema di sicurezza.

E’ una campagna vergognosa, perchè oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, quasi che la mancanza di sicurezza fosse imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a se stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori, specialmente di questi tempi, sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere di fronte ad un lavoro in nero, un lavoro precario e un lavoro a tempo determinato, mentre devono viceversa sottostare a ritmi da Medio Evo.

La campagna dovrebbe invece avviare un processo di comunicazione diffusa, in modo da rendere nota a tutti la necessita’ di un impegno costante da parte di tutti gli “attori” coinvolti, soprattutto di chi deve garantire la sicurezza. Questi spot devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrà puntare sulle responsabilità civili, penali e non ultime anche etico-morali che l’imprenditore deve assumersi per tutelare l’integrita’ delle persone che lavorano per lui.

Via questi spot vergognosi.Pretendiamo viceversa più ispettori ASL e più risorse, affinchè la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine. Non si raggiunga il profitto a tutti i costi e soprattutto non lo si faccia attraverso il sacrificio di vite umane innocenti.

N.B Chi vuole aderire all'appello, invii il proprio nominativo, azienda, qualifica e Città al seguente indirizzo email: bazzoni_m@tin.it

2 commenti:

  1. Eh già, la cultura del lavoro e la prevenzione sugli infortuni è solo a binario unico. Aderisco anch'io, ovviamente. Ciao!

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  2. Lanciamo anche il "ehi, bastardi! Smettetela di buttarvi sotto le macchine mentre attraversate le strisce pedonali. La sicurezza stradale dipende da voi".

    RispondiElimina

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